Ristrutturazione e riorganizzazione aziendale

In generale, le circostanze che operano su un’azienda possono portare a riorganizzazioni volontarie o obbligatorie. Le principali ragioni per determinare una riorganizzazione sono:

  1. Identità o management
  2. Fallimento
  3. Fusioni e acquisizioni

Quando un’azienda si trova a dover superare una crisi, occorre analizzare e comprendere i segnali di pericolo, definire un piano di ristrutturazione attraverso un business plan che abbia il fine di risanare la sua gestione.

Il successo di una ristrutturazione aziendale comporta maggiori profitti, efficienza operativa e rimborso del debito. Al contrario, il suo fallimento può portare alla liquidazione.

Principali cambiamenti da apportare

La riorganizzazione di un’azienda generalmente prevede il cambiamento di:

  • struttura fiscale
  • strategie di marketing
  • organigramma e risorse
  • prodotti o servizi
  • ragione sociale.

Il processo di riorganizzazione aziendale

Le tre principali fasi di un piano di riorganizzazione sono:

  1. Analisi delle cause

Fare una valutazione generale delle cause che hanno portato alla crisi, includendo gli eventi interni ed esterni che hanno apportato un cambiamento al proprio business

  1. Strategia

Adottare una strategia che possa rendere più produttiva l’azienda per farla risalire. Ad esempio, agire sulla comunicazione interna per migliorare sia il rapporto con i dipendenti che il grado di coinvolgimento nelle decisioni organizzative. Oppure, rendere più visibile in rete l’azienda, puntando su un nuovo sito web che aumenti i contatti con nuovi clienti.

  1. Azione

È la parte più importante del piano. Occorre mettere in pratica le azioni precedentemente definite con costanza e determinazione, rispettando le deadline prefissate. In questo modo si potranno ottenere i risultati sperati.

Cambio di identità o management

Una riorganizzazione volontaria punta spesso ad aumentare i profitti, apportando cambiamenti all’identità dell’azienda o al management e aggiornando così il suo nome, la dichiarazione di intenti, le offerte e le operazioni, il personale. Modificare la strategia e le operazioni aziendali può comportare un aumento delle prestazioni e generare confusione nei confronti dei propri clienti. Si consiglia, prima di cambiare l’identità aziendale, di condurre un’analisi dei rischi per determinare se ne vale veramente la pena.

Riorganizzazione del fallimento vs liquidazione

In un momento di crisi aziendale, potrebbe essere necessario scegliere tra due procedure: il fallimento o la liquidazione.

Le aziende con procedure di fallimento possono optare per la riorganizzazione, iniziando dalla dichiarazione del fallimento ed estendendo la propria vita operativa attraverso la ristrutturazione finanziaria. In questa fase è possibile cambiare strategie, come marketing, gestione o mission aziendale, con la speranza che l’attività continui a funzionare con successo. In questo caso l’azienda sarà obbligata a saldare i propri debiti.

Le aziende che intraprendono la procedura di liquidazione cessano la propria attività produttiva o commerciale e trasformano il proprio patrimonio in denaro, estinguendo e cancellando i debiti sociali (personali e commerciali) e dividendo l’eventuale residuo attivo tra i soci.

Riorganizzazione nelle fusioni e acquisizioni

Quando due aziende si uniscono, si verifica una fusione; invece quando un’azienda acquista un’altra attività si verifica un’acquisizione. In entrambi i casi la riorganizzazione è necessaria.

Nel caso di una fusione, le società unite potrebbero sviluppare una nuova identità e apportare licenziamenti o modifiche alla gestione. Se un’azienda viene acquisita da un’altra società, nella ristrutturazione sono inclusi cambiamenti di personale, gestione e strategia.

Vantaggi e svantaggi di una riorganizzazione aziendale

Durante la storia di un’azienda accadono fatti ed eventi che possono portare a sperimentare il cambiamento durante il suo percorso di vita, riorganizzando ogni aspetto che possa garantire la visione del futuro aziendale e con l’intento di raggiungere gli obiettivi per superare le criticità e crescere nel lungo periodo.

I principali vantaggi possono essere:

– Aumento dei guadagni

– Maggiore efficienza

– Estensione della vita lavorativa

– Miglioramento della strategia

– Migliori accordi finanziari

Tra gli svantaggi può verificarsi la diminuzione del morale dei dipendenti, la confusione dei clienti, una interruzione dei flussi di cassa.

Per risparmiare capitali o per snellire le attività, un’azienda può unire due o più delle sue divisioni. Un cambiamento più complesso potrebbe comportare il riorientamento della dichiarazione di intenti dell’azienda, un nuovo piano di marketing o addirittura il licenziamento di dipendenti.

Licenziamento per riorganizzazione aziendale

Il licenziamento è una pratica che rientra nella riorganizzazione aziendale, come da sentenza n. n. 11465 del 9 luglio 2012 della Suprema Corte di Cassazione che legittima il diritto dell’imprenditore di ristrutturare divisioni e uffici, con la conseguente riduzione di personale, purché venga dimostrata la perdita economica o un giustificato motivo.

Quando questa procedura avviene, l’azienda può avere conseguenze negative (vertenze, ecc.), per cui spesso si assiste a mediazioni con “dimissioni” del dipendente e una indennità di buona uscita.

Inoltre, in caso di licenziamento, il dipendente può fare richiesta di indennità di disoccupazione (Naspi), a condizione che il lavoratore subordinato abbia cessato involontariamente il rapporto di lavoro dal 1° maggio 2015.


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